Chi non lavora non ha l’amore
Editoriale di Carlo Romanelli
Sigmund Freud disse: la felicità sta in due cose: LAVORO E AMORE
Possiamo dargli torto? Chi ha altre opzioni è libero, anche perché io per primo aggiungerei la libertà.
Maggio è un mese che inizia con la cosiddetta festa dei lavoratori: una ricorrenza che vede le piazze riempirsi, le pagine dei giornali abbondare di considerazioni di esperti più o meno autorevoli mentre alle nostre orecchie arrivano molte storie rumorose e poche silenziose.
Io non la reputo una festa, non fosse altro perché negli ultimi dodici mesi 1.041 persone hanno perso la vita sul lavoro (dati INAIL).
Ma questo mese e il modo in cui inizia ci danno una ragione in più per parlare di lavoro e di chi lo svolge. Per pensare a chi fa lavori usuranti e pericolosi (quelli che rischiano di accorciarti la vita mentre ci sbracciamo sulla longevità), a coloro che un lavoro proprio non ce l’hanno e non lo trovano, a coloro che hanno perso la speranza di trovarlo e non lo cercano neanche più, ai ragazzi e alle ragazze che hanno il timore di non trovarlo.
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